28 gennaio 2022
Il Covid mette ancora una volta in ginocchio le aziende agricole del territorio e lo fa costringendo coloro i quali sono in quarantena a trascurare le proprie produzioni.
Lo denuncia l’imprenditore agricolo vittoriese Maurizio Ciaculli che ha vissuto in prima persona questo problema.
“Ho avuto il Covid e per 10 giorni sono dovuto rimanere a casa, nel rispetto delle leggi dello Stato Italiano. I primi quattro giorni sono stato effettivamente male, gli altri mi sono ripreso, ma sono rimasto ugualmente isolato. All'undicesimo giorno ho avuto il certificato di guarigione e mi sono subito recato nella mia azienda agricola dove ho trovato il disastro. Non solo la produzione non è stata curata per dieci giorni, ma le basse temperature di questo periodo hanno aggravato la situazione. Tutto il lavoro di una intera stagione è andato alla rovina. Non so quello che potrò recuperare da quel poco pomodoro che è rimasto sulle piante e nelle piante vive piante. Si tratta di piante che che dovevano arrivare almeno fino alla fine di Aprile e invece mi ritrovo fermo con le quattro frecce”.
“A questo punto mi chiedo, e lo faccio anche come responsabile e dirigente nazionale di Altragricoltura: io, agricoltore, ho rispettato la legge ma adesso la legge rispetterà l'agricoltore come me che ha perso tutto e non ha che cosa portare a casa? Naturalmente- aggiunge- ho provveduto a far fare una perizia agronomica giurata con delle foto che invierò a sua eccellenza il prefetto di Ragusa, in quanto rappresentante delle istituzioni dello Stato italiano in provincia di Ragusa, e al presidente della Regione, Musumeci. Penso sia ora che lo Stato si ricordi dell’agricoltura e che dia il giusto risarcimento ha chi, come me, ha subito questo ulteriore danno. Ovviamente non intendo le cifre misere che hanno dato nel primo lockdown, ma parlo di risarcimento serio, che effettivamente sia commisurato alle perdite subite”.