07 marzo 2022
"Occorre che il Governo intervenga con rapidità per impedire che vizi di forma producano una sconfitta della legalità democratica delle istituzioni contro le mafie, restituendo un bene simbolico a persone che si sono rese responsabili di reati particolarmente gravi. La burocrazia non può sconfiggere quella che è stata una lunga battaglia di istituzioni e di migliaia di cittadini che hanno raccolto un milione di firme per la legge 109 del 1996 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati ai mafiosi". Questo è il commento di Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico, alla notizia della restituzione di “Casa memoria Peppino e Felicia Impastato” a Leonardo Badalamenti, il figlio di “Tano”, mandante dell’omicidio di Peppino Impastato.
La restituzione dell’immobile al figlio di Badalamenti è nata da “un refuso nella trascrizione della particella catastale”, dicono gli avvocati del Comune di Cinisi. A fronte di tale situazione il Presidente di Avviso Pubblico ricorda: "Da quella casa nel 1978 è partito l’ordine di uccidere Peppino Impastato, attivista e fondatore di Radio Aut. Da luogo di violenza quella casa è diventata negli anni meta di visite di migliaia di giovani provenienti da tutta Italia con l’obiettivo di approfondire la storia di Peppino e l’impegno di portarne avanti la sua memoria. Inoltre, dal 2012 per alcuni anni ogni 9 maggio abbiamo organizzato con “Casa memoria Peppino e Felicia Impastato” un’iniziativa dal titolo “I 100 passi dei sindaci”, che ha portato in terra di Sicilia tante donne e tanti uomini che praticano una politica credibile e responsabile. Se tutto ciò è stato possibile lo dobbiamo a Giovanni Impastato, fratello di Peppino, e alla sua famiglia, al Comune di Cinisi ed a tanti altri siciliani onesti. A tutti loro garantiamo la vicinanza e il sostegno di Avviso Pubblico”.