27 maggio 2022
“Volevo vendicarmi della comunità di Vittoria. Ho scelto una persona a caso, la prima che ho incontrato”. Con queste parole l’assassino di Brunilla Halla, un ventottenne vittoriese, ha confessato davanti ai suoi avvocati, Franco e Teresa Vinciguerra ed al Pm, Francesco Riccio di aver ucciso la giovane madre. Il ragazzo, secondo i suoi legali, in passato ha sofferto di turbe psichiche. Fino al giorno dell’omicidio era sottoposto a controllo medico da parte di neurologi e in passato ha subito anche un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). Durante l’interrogatorio, ha riferito di essere stato vittima di bullismo e di sentirsi emarginato anche dal punto di vista lavorativo. Da qui la scelta di vendicarsi contro la comunità di Vittoria. Nessuno lo ha ancora informato che la sua vittima non era vittoriese e che la sua assurda e “vendetta” è stata quindi vana, persino secondo quello che era il suo ingiustificato obiettivo.
A rappresentare la famiglia della vittima è invece l’avvocato Santino Garufi secondo cui è ancora presto per dare giudizi o fare valutazioni. “Sembra scontata la linea della difesa- ha detto- ma dovrà essere supportata da ampia documentazione medica”. Il fatto che il giovane, dopo il delitto, abbia nascosto sia l’arma che la maglietta insanguinata, per la famiglia di Bruna dimostrerebbe che l’assassino non ha agito in maniera del tutto irrazionale. Pare poi che alcune immagini in possesso dei militari dimostrerebbero che il ragazzo si sia nascosto in attesa che Bruna uscisse di casa.