
“Facciamo in modo che la morte di Rosalba non cada nell’oblio, impegniamoci a tirar fuor dal nostro cuore tutto ciò che di buono vi è in essere, impegnandoci affinché nelle nostre famiglie prevalga sempre l’amore sul rancore e sul risentimento”. Queste le parole del vescovo della diocesi di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa, ai funerali della 51enne Rosalba Dell’Albani, assassinata dal cognato Mariano Barresi, 65 anni. L’ultimo saluto alla donna è stato dato ieri pomeriggio nella Chiesa Madre di Giarratana. Le 2 toccanti lettere del marito e dei figli della vittima sono state lette nel silenzio e nella commozione generale al termine delle esequie, cui hanno preso parte, tra gli altri, numerosi esponenti delle forze dell’ordine (il marito della donna è un brigadiere dell’Arma dei carabinieri) e il sindaco di Giarratana, Bartolo Giaquinta.
Ma tutta la comunità del piccolo paese montano, sconvolto dall’omicidio di una donna voluta bene da tutti e ancora senza un perché, si è stretta al dolore dei familiari, come un’unica, grande famiglia allargata.
“Tu che eri sempre disponibile ad aiutare chi soffriva – è stato letto in chiesa dalla lettera del marito – tu che eri il punto di riferimento mio, dei tuoi figli e di innumerevoli altre persone, e che rinunciavi a tutto per il bene degli altri, sono orgoglioso di averti avuta come moglie. L’unica spiegazione di tutto questo è che il Signore aveva bisogno di te in questo momento. Buon viaggio, tesoro della mia vita, sono sicuro che anche da lassù ci seguirai e ci guiderai, vegliando sempre su di noi”.
“Abbiamo trovato la forza nella nostra amata mamma – è stato poi letto dalla lettera dei figli – perché è stata proprio lei ad insegnarci questo, raccomandandoci di porgere sempre l’altra guancia e di affidare le nostre sofferenze al Signore. Mamma, sarai sempre la nostra stella più grande e luminosa a cui faremo sempre riferimento”. Poi l’uscita del feretro, accompagnata da tanti palloncini bianchi e rossi che sono stati fatti volare via, mentre la banda musicale del paese intonava la marca funebre per l’ultimo viaggio di Rosalba, accompagnata da un lunghissimo e commosso corteo. Una giornata molto triste per Giarratana, segnata dal lutto cittadino.
L’omicida, reo confesso, resta intanto in carcere.
L’uomo, nel corso dell’interrogatorio, avrebbe dichiarato di sentirsi perseguitato da circa un mese da persone estranee alla famiglia. Barresi avrebbe riferito di sentirsi da tempo depresso, di essere convinto che qualcuno lo perseguitasse e lo pedinasse, di avere visto ripetutamente delle auto sconosciute, di grossa cilindrata, nei pressi della sua abitazione. Avrebbe detto anche di sentirsi preoccupato ed angosciato a causa delle sue condizioni economiche.
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