
Partita chiusa in campo ma non sui social e, nei siamo certi, nei tribunali civili e sportivi.
Sta assumendo contorni surreali la vicenda relativa alla partita valevole per la salvezza in Serie D giocata fra il Real Aversa e il Ragusa Calcio. Quest’ultimo ha vinto la partita per 6 a 0 e ciò è costato la retrocessione del Real Aversa in Eccellenza. Ma la notizia ora è diventata un'altra: il proprietario del Real Aversa è Emanuele Filiberto di Savoia, ovvero il "principe" (se così si può definire visto che caduta la monarchia la sua famiglia ha perso i titoli). Questi non ha digerito la sconfitta e già ieri ha parlato di “avvelenamento” dei suoi giocatori, i quali hanno alloggiato in un albergo a Ragusa prima di disputare la partita. Emanuele Filiberto ha inoltre dichiarato, tramite una nota ufficiale, che tutta la squadra ha accusato malori e che i giocatori sono scesi in campo imbottiti di farmaci, in condizioni, insomma, non proprio ideali per giocare. Accuse gravi, dunque, che dovrebbero essere supportate quantomeno da prove. Il "principe", sempre nella nota, spiega poi che due giocatori si sono presentati al mattino in Pronto Soccorso a Ragusa. Al pronto soccorso sarebbero stati visitati da una dottoressa che, però, avrebbe riferito loro che ci sarebbero volute sei ore per avere i risultati. I giocatori le avrebbero riferito che anche altri stavano in quelle condizioni ma la dottoressa si sarebbe rifiutata di assistere gli altri. Poi, con enorme sorpresa della squadra, alle 15 quella stessa dottoressa si sarebbe trovata in campo come medico sociale del Ragusa Calcio. “Un medico- scrive ancora- di una struttura pubblica che pur di portare un vantaggio alla propria squadra mette a rischio l’incolumità di una intera squadra”.
L'Asp però ha così replicato:
“Domenica mattina, alle ore 10.10, si presentava presso il Pronto soccorso del “Giovanni Paolo II” un tesserato della società di calcio Real Agro Aversa, accompagnato da due persone. Dopo l’accettazione in Triage e in virtù dei sintomi manifestati (dolore addominale, febbre, vomito, diarrea), al paziente veniva assegnato un ‘codice verde’. Dopo una rivalutazione visiva da parte dell’infermiere di Triage alle 10.31, l’unico medico in servizio, di sesso maschile, prendeva in carico l’assistito alle 11.03. Al paziente veniva preso un accesso venoso per eseguire gli esami di laboratorio e somministrata una terapia.
Il medico in servizio, di fronte alle richieste dell’accompagnatore sui tempi di permanenza nella struttura, spiegava che era necessario attendere la risposta alla terapia e il risultato degli esami, che verranno stampati alle 12.19. All’esito della diagnosi di Gastroenterite, però, il calciatore aveva già abbandonato assieme agli accompagnatori i locali di PS”.
Infine, l’Asp precisa: “A seguito di verifica interna, si segnala che all’interno del Pronto Soccorso non era presente alcuna dottoressa. Qualsiasi ricostruzione successiva, pertanto, è destituita di ogni fondamento”.
Dunque, accerta l’Asp, nessuna donna medico in servizio e la diagnosi avrebbe riguardato un solo giocatore.
Ma non è finita qui, perchè il presidente dell’Asd Ragusa Calcio, Gisueppe Trapani, ha conferito mandato agli avvocati Fabrizio Cavallo e Francesco Guastella per sporgere querela nei confronti di Emanuele Filiberto di Savoia, proprietario della squadra del Real Aversa, “per le gravissime affermazioni divulgate al termine del match che si è disputato a Ragusa e che ha visto protagoniste le due formazioni impegnate nei play out del campionato di serie D".
"Le parole scritte dal proprietario del Real Aversa non solo sono infamanti- scrivono- ma offendono profondamente la squadra e tutta la comunità Ragusana. I giocatori del Asd Ragusa Calcio hanno sempre affrontato, assieme alla dirigenza, le vittorie e le sconfitte in campo, a testa alta e con grande dignità”.