
Scattano le condanne in primo grado, con rito abbreviato, nei confronti di quattro soggetti che nelle fasi di indagine effettuate dai carabinieri della Compagnia di Vittoria, con il coordinamento della Procura di Ragusa, erano stati arrestati nell’ambito dell’operazione denominata “Lockdown”, messa a segno nell’agosto del 2021 dopo una attività di indagine durata 7 mesi. Il Pm Ferdinando Vadalà, all’esito del processo, ha chiesto al giudice per le indagini preliminari, Ivano Infarinato, la condanna di tutto il gruppo.
Il giudice ha derubricato il reato rispetto alla originaria e più severa formulazione del capo di imputazione. La sentenza emessa dal giudice, ha condannato in primo grado Nunzio Barrera (difeso dell’avvocato Matteo Anzalone) e Francesco Asonte (rappresentato dall’avvocato Raffaele Catalano) entrambi a 2 anni e 2 mesi di reclusione a fronte di 7 anni e 7 mesi richiesti dalla pubblica accusa.
Per Barrera si aggiunge una multa di 3.200 euro e per Asonte di 2.000 euro. Condannato a 1 anno di carcere in continuazione con altra sentenza divenuta definitiva, Claudio Cicciarella (difeso dall’avvocato Daniele Scrofani) a cui è stata inflitta anche una multa di 1.000 euro; la richiesta di condanna era di 6 anni e 4 mesi. Dieci mesi di carcere sempre in continuazione con sentenza definitiva sono stati inflitti a Arturo La Monica (rappresentato dall’avvocato Giovanni Ascone); anche per lui, per il quale era stata chiesta la condanna a 6 anni e 4 mesi, scatta la multa di 1.000 euro.
Per tutti gli imputati, tra le pene accessorie, il giudice ha disposto a loro carico anche il pagamento delle spese processuali e del mantenimento in carcere durante la custodia. Il deposito delle motivazioni è stato fissato in 90 giorni. L’operazione ebbe origine dalle segnalazioni di cittadini che, nel centro storico cittadino, segnalavano un intenso andirivieni di giovani dall’abitazione di un soggetto, già noto alle forze dell’ordine.
L’uomo venne arrestato dai carabinieri del Nucleo Operativo, per detenzione illecita al fine della cessione a terzi di cocaina; lo trovarono in possesso di 13 grammi. Ma l’andirivieni non finì, anzi. Nel corso delle attività di osservazione e controllo, si legge nelle cronache dell’epoca “venivano riscontrate e documentate dagli operanti plurime cessioni di sostanza stupefacente a giovani acquirenti, anche durante la detenzione domiciliare di quest’ultimo. Le indagini avevano permesso di ricostruire un intenso traffico di sostanze stupefacenti: un giro da 30.000 euro in tre mesi con il coinvolgimento nell’approvvigionamento e nello spaccio di altre persone. In quattro vennero rinviati a giudizio.