18 gennaio 2024
Quindici arresti, ventisei indagati, sigilli ad aziende, immobili, terreni, conti correnti e auto sequestrati per un valore di 12 milioni di euro. Sono alcuni dei numeri del blitz antimafia Oleandro coordinato questa mattina del comando provinciale della Guardia di finanza di Catania.
Il provvedimento cautelare, su delega della Procura Distrettuale etnea, è stato eseguito nelle province di Catania, Caltanissetta, Arezzo, Napoli e Udine da finanzieri di Catania, con la collaborazione del Servizio centrale investigazioni sulla criminalità organizzata e il supporto di unità Cinofile e Antiterrorismo pronto impiego etnee, di militari delle compagnie di Acireale, Risposto, Paternò e del reparto operativo Aeronavale di Vibo Valentia.
Complessivamente sono 14 le persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere e una agli arresti domiciliari.
L'indagine, coordinata dalla Dda di Catania e condotta da unità specializzate del Gigo del nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Catania, ha preso avvio da talune risultanze investigative acquisite nell'ambito di altra operazione delle Fiamme Gialle etnee, convenzionalmente denominata "Tuppetturu". In quel contesto investigativo era stata censita una conversazione tra presenti in cui alcuni soggetti, ritenuti contigui al clan Cappello, articolazione Cintorino, discutevano delle dinamiche criminali in corso di evoluzione tra i nuovi referenti del gruppo di Picanello, storica branca della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano in quel rione di Catania.
Una delle attività più redditizie del sodalizio sarebbe stata l'erogazione di prestiti a tassi usurari, inseriti in un sistema più ampio di reinvestimento dei proventi rinvenienti dal traffico di sostanze stupefacenti, dalle estorsioni e dal gioco d'azzardo.
Dalle indagini sarebbe inoltre emersa l'esistenza di una cassa comune del sodalizio in cui far confluire i proventi delle attività illecite e da cui attingere per supportare economicamente gli affiliati detenuti o ex detenuti da poco usciti dal carcere e le relative famiglie, sostenendone pure le spese di viaggio in occasione delle trasferte per i colloqui, erogare gli stipendi, pagare gli onorari degli avvocati difensori