- Dettagli
-
Scritto da Super User
-
Categoria: Notizie
-
Pubblicato: 14 Gennaio 2019
-
Visite: 657
Dopo le polemiche per il nome del ristorante 'Corleone by Lucia Riina' a Parigi, il nome della figlia del boss della mafia Totò Riina è stato tolto dall'insegna, così come lei stessa aveva annunciato in un'intervista, lasciando solo quella di 'Corleone'. Una richiesta in tal senso era stata avanzata anche dal sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi. La figlia dell'ex boss della mafia Totò Riina aveva infatti annunciato al quotidiano francese "Le Parisien" che il suo nome sarebbe stato tolto dall'insegna del locale. Lucia Riina, 38 anni, ha spiegato al quotidiano francese di uscire allo scoperto "soltanto per mettere a punto alcune cose e spegnere la polemica" .
"Non ho cercato di provocare né di offendere nessuno - ha spiegato - volevo soltanto valorizzare la mia identità di artista-pittrice e mettere in risalto la cucina siciliana. Siamo dei dipendenti - ha aggiunto - io ricevo i clienti, mio marito si occupa del bar e impara il mestiere. Le mura non mi appartengono, non c'è nessun riciclaggio di denaro, come ho letto da qualche parte. Tutto è trasparente, Il titolare ha fatto un mutuo con la banca e ci ha messo a disposizione un appartamento nel quartiere, dove viviamo con mia figlia di 2 anni. E' un'opportunità per cambiare vita e vendere i miei quadri, anche se rimpiango il mio paese".
Fra i commenti alla notizia, anche quello di Nando Dalla Chiesa (figlio del generale e prefetto Albero Dalla Chiesa, assassinato dalla mafia). Su Famigliacristiana.it lo stesso aveva dichiarato:" i Riina sono convinti di rappresentare un marchio che può far leva sul consenso. Una provocazione, senz’altro, ma anche un calcolo sui vantaggi economici che ne possono derivare. Ma sta ad altri vanificare questo progetto, alle persone che possono scegliersi un ristorante e rifiutarne un altro. Anche se non possiamo dimenticare che anche a Pietro Maso, che uccise i genitori, arrivavano i carcere lettere con proposte di matrimonio. Ci sono persone di psiche labile, ci sono persone che subiscono la fascinazione del male e dunque ci sarà sempre qualcuno che racconterà con vanità di avere cenato in quel ristorante. Diversamente le mafie non avrebbero l’ influenza che hanno e che vive anche di consenso".
Sulla riflessione se sia giusto che le colpe dei padri ricadano sui figli, poi, Dalla Chiesa ha risposto: "Se i figli si prendono volentieri il marchio del padre, perché pensano che sia economicamente vantaggioso, devono prendersi anche le conseguenze e le responsabilità. Se desiderano passare inosservati possono evitare di sfruttare una certa simbologia".