06 marzo 2022
Un dolore che non avrà mai pace, ma che in questi giorni non ha fatto che rinnovarsi, soprattutto quando accaduto venerdì scorso quando due famiglie D’Antonio le quali (come vi avevamo raccontato in questo articolo Condanna annullata per l\'automobilista che uccise i cuginetti D\'Antonio )
hanno saputo che la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di appello relativa al processo per la morte dei loro due figli. Si ritornerà, quindi, in aula. Nel maggio scorso, lo ricordiamo, Rosario Greco, accusato di aver travolto e ucciso con un Suv i due cuginetti D’Antonio, era stato condannato a nove anni di carcere. Ad un anno da quella sentenza, questa parte di processo è da rifare e i familiari di Alessio e Simone temono che la pena inflitta possa diminuire.
“Siamo senza parole” dichiara Tony D’Antonio, papà del piccolo Simone. “Pensavamo che almeno quei nove anni, che a noi sembrano comunque una pena ridicola, venissero mantenuti e invece si tornerà in aula. La nostra condanna, il nostro dolore, però è e sarà a vita”.
“Sono venuti i ministri Salvini, Bonafede e Di Maio a Vittoria, a casa nostra. Ci avevano promesso un disegno di legge che potesse evitare che, almeno nel futuro, chi uccideva qualcuno perché guidava ubriaco o drogato potesse scontare solo qualche anno di carcere”. Ciò che addolora le famiglie è dunque che negli anni, dall’11 luglio del 2019 ad oggi, nulla è cambiato in merito all’inasprimento delle pene per l’omicidio stradale.
Tony D’Antonio, il fratello Alessandro (papà del piccolo Alessio) e le mogli Valentina e Lucia non intendono arrendersi “…ma quanto dobbiamo aspettare ancora? Nessuna pena potrà cancellare il dolore che sentiamo, ma una condanna giusta e severa può almeno attenuarlo un po’”.
A riconsiderare il tutto, ci pensa l’avvocato Daniele Scrofani, legale delle famiglie D’Antonio insieme a Enrico Cultrone e Giovanni Burrafato, secondo cui si tratta di situazioni che si registrano quotidianamente. Accade infatti spesso che la Corte di Cassazione annulli una sentenza. “In questo caso non conosciamo ancora le motivazioni, ma potrebbe trattarsi anche di un semplice cavillo che ne impone la revisione. La Cassazione, infatti, non giudica il reato ma si esprime solo in merito a questioni di legittimità oppure sulla corretta applicazione delle norme di diritto penale sostanziale o procedurale. Capisco benissimo il dolore e l’amarezza delle due famiglie, ma è bene precisare che Greco non è stato assolto”.
(Fonte: La Sicilia)